
Cosa vedere in Olanda in camper tra villaggi di acqua e vento
Agosto 22, 2025Il Giglio non si dimentica. Già il pensiero di salire su un traghetto con il camper lasciato al sicuro porta con sé un misto di eccitazione e curiosità. La traversata dura tre quarti d’ora, abbastanza per sentire la brezza salata sulle labbra e osservare il mare che cambia colore, dal blu profondo al verde più vivo man mano che ci si avvicina. Porto Giglio appare improvvisamente, con le sue case color pastello che si riflettono nell’acqua e quell’atmosfera che sembra sospesa nel tempo.
Non sempre il meteo è clemente, a volte il cielo regala sole pieno e a volte improvvise nuvole grigie. È parte del gioco. Ogni viaggio verso il Giglio ha la sua sorte e proprio questa incertezza rende ogni sosta ancora più intensa.
Sostare con il camper e le navette che uniscono
Chi arriva sull’isola con il desiderio di viverla spesso deve fare i conti con i parcheggi. Vicino al porto non è semplice trovare un luogo sicuro dove lasciare il camper per la notte. C’è un’area nei pressi dei campi sportivi che un tempo era attiva con servizio navetta. Lì si poteva pernottare senza problemi e la mattina seguente raggiungere il porto con facilità. Oggi il servizio non è sempre garantito, quindi conviene informarsi con anticipo.

Quando quel parcheggio non è disponibile, le possibilità migliori restano le aree attrezzate della Feniglia. I nomi raccontano già una storia: Renzo, Ciro, Miniere. Luoghi che accolgono i viaggiatori e offrono la comodità di spostarsi poi con una navetta verso Porto Giglio. C’è anche Lanini, altro punto dove chiedere direttamente se esiste ancora un collegamento verso l’isola.
La Feniglia e il profumo di pineta
La Feniglia non è solo un punto di appoggio, è un’esperienza sensoriale. La pineta che accompagna fino al mare avvolge con il suo profumo resinoso, mischiato alla salsedine che arriva dalle onde. Fermarsi in camper qui significa svegliarsi con il canto degli uccelli e con la luce che filtra tra gli alberi, prima di salire sulla navetta per raggiungere l’imbarco.
Chi sceglie questa soluzione si concede un ritmo lento, un’attesa che diventa parte stessa del viaggio. Il traghetto Maregiglio parte e in pochi minuti il mare aperto si spalanca davanti, con l’isola che cresce all’orizzonte.
Muoversi sull’isola
Una volta sbarcati, il primo pensiero è come esplorare. I mezzi pubblici collegano Porto, Castello e Campese, ma le corse sono rade e le attese rischiano di diventare interminabili. Chi si affida solo agli autobus spesso perde tempo prezioso, tempo che sull’isola ha un valore diverso.
Molti viaggiatori ricordano la scelta dello scooter. C’è chi lo porta con sé, legato al camper, e chi lo noleggia direttamente appena mette piede a Porto. Con due ruote la prospettiva cambia, ogni curva diventa libertà, ogni discesa verso il mare un respiro pieno. Muoversi senza vincoli consente di raggiungere angoli che restano fuori dalle mappe dei trasporti.
Giglio Porto tra colori e profumi
Porto accoglie con i suoi ristoranti affacciati sul mare, il brusio delle barche e il profumo del pesce appena cucinato. Qui il tempo sembra scorrere piano, tra un tavolino di legno e una bottiglia di vino bianco che riflette la luce del tramonto.
Il piatto tipico che sorprende è il coniglio selvatico, preparato secondo ricette tramandate da generazioni. La carne saporita e le erbe aromatiche dell’isola creano un gusto deciso, che racconta di colline assolate e di tradizione. Un altro sapore da non perdere è la focaccia con cipolle stufate, morbida, fragrante, intrisa di profumo dolce e intenso.
Verso Campese tra mare e rocce
Dal porto si può raggiungere Campese, la spiaggia più ampia e famosa dell’isola. Una distesa di sabbia dorata abbracciata da scogliere che si tuffano nel mare. L’acqua qui assume sfumature che vanno dal turchese al blu profondo e, al tramonto, il sole regala uno spettacolo che incendia l’orizzonte.
Raggiungere Campese con la navetta può essere una soluzione pratica, ma con lo scooter l’emozione raddoppia. La strada serpeggia tra scorci panoramici e piccoli borghi che sanno di pietra e vento. Una sosta in mezzo a quel percorso significa respirare aria salmastra e osservare il mare dall’alto, come un dipinto che cambia a ogni curva.
Giglio Castello e l’anima antica
Giglio Castello sorge come un guardiano sull’altura. Un borgo medievale racchiuso da mura possenti, dove i vicoli stretti odorano di pietra umida e di pane appena sfornato. Camminare qui è come tornare indietro nel tempo, tra archi, torri e scorci che si aprono all’improvviso verso il mare.
Le voci degli abitanti si mescolano con quelle dei visitatori, creando un’atmosfera autentica. Qui il passo rallenta, il cuore si riempie di immagini che restano impresse come fotografie interiori.
La libertà di perdersi
Il Giglio non è un’isola da consumare in fretta. Richiede tempo, ascolto, disponibilità a lasciarsi guidare dalle sensazioni. I luoghi più belli non sono sempre raggiungibili con i mezzi pubblici e proprio questo rende l’esperienza più intima. Perdersi tra sentieri che portano al mare, incontrare calette solitarie, scoprire profumi di macchia mediterranea che avvolgono come un abbraccio, sono emozioni che appartengono solo a chi sceglie la strada meno battuta.
Ogni angolo nasconde una promessa. Una pietra scaldata dal sole, un silenzio interrotto solo dalle cicale, un tratto di mare che sembra disegnato apposta per chi lo trova.
Il richiamo di Sperlonga e Ponza
Quando la stagione gira verso la fine, c’è chi preferisce spostarsi verso Sperlonga. Equidistante e spesso favorita da un clima più stabile, offre l’alternativa di spiagge bianche e scorci mediterranei che conservano il calore anche a settembre inoltrato. Un luogo che diventa rifugio quando il tempo gioca scherzi e regala giornate di sole improvvise.
Per chi desidera un salto ancora più audace, Ponza si presenta come una gemma da scoprire. Anch’essa accoglie con porti colorati, calette segrete e un ritmo che alterna quiete e vitalità. Un’isola che sa di autenticità e che condivide con il Giglio la magia di appartenere a un mare che non smette mai di stupire.
La memoria che resta
Chi ha visitato il Giglio anni fa ricorda le stesse atmosfere, gli stessi sapori. Poco è cambiato, e proprio questa continuità rende l’isola speciale. Una foto scattata in passato torna a raccontare lo stesso orizzonte che si vede oggi, quasi a dire che certi luoghi non hanno bisogno di mutare per restare vivi.
Il camper trova spazio nei ricordi, parcheggiato alla Feniglia, sotto i pini, pronto a ripartire verso nuove avventure. L’isola invece resta lì, immobile e vibrante, pronta ad accogliere chiunque decida di attraversare il mare per incontrarla.
Le notti in camper e il cielo sopra
C’è un momento che appartiene solo a chi viaggia in camper: la notte. Alla Feniglia o nei pressi di una pineta vicina, quando il buio avvolge tutto e resta solo il fruscio del vento tra gli alberi. Il cielo si apre limpido, e le stelle sembrano a portata di mano. Lontano dalle luci artificiali, la Via Lattea appare come una scia luminosa che invita a sognare.
All’interno del camper il tempo si ferma. Una lampada soffusa, il profumo del caffè preparato sul fornello, le voci che si abbassano fino a diventare sussurri. È un’intimità che non si trova in nessun albergo, un modo diverso di sentirsi parte del mondo.
I risvegli che profumano di mare
Il risveglio in camper, con l’aria fresca che entra dal finestrino e il rumore delle onde in lontananza, ha un sapore unico. Le prime luci del giorno filtrano tra le tende, il caffè borbotta nella moka e fuori il paesaggio si colora lentamente. Ogni risveglio è una promessa di nuove avventure, di strade da percorrere e angoli da scoprire.
È in quei momenti che il viaggio diventa più vero. Non c’è fretta, non c’è calendario. Solo la libertà di scegliere se restare fermi a respirare quel mattino o partire per una nuova esplorazione.