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Maggio 9, 2025Scopri un viaggio emozionante in camper tra le meraviglie di Vicenza, Marostica, Bassano del Grappa e Asolo. Piazzole comode, itinerari storici e panorami indimenticabili per una sosta che lascia il segno.
L’aria cambia appena si esce dalla routine. Il tempo sembra respirare a un altro ritmo. Sulla strada che conduce verso Vicenza, il mondo si lascia alle spalle i doveri, le urgenze, le abitudini che spingono a correre. Si inizia a rallentare dentro, anche se fuori le auto affollano l’autostrada.
Eppure, c’è una promessa nell’aria: quella di una città elegante, immersa nell’arte e nella bellezza, pronta ad accogliere chi arriva in camper e cerca il contatto vero con la storia e l’architettura, con i sapori e le sfumature dell’autenticità.
Viaggia con stile e comfort: ecco cosa non può mancare nel tuo camper!
A pochi chilometri dal cuore pulsante del centro storico, una piccola oasi agreste offre accoglienza sincera. L’agriturismo immerso nel verde garantisce una sosta silenziosa, intima, dove la piazzola diventa rifugio e la cena in camper un momento sospeso. Le luci si abbassano, la campagna abbraccia la notte e il riposo arriva dolce, tra i suoni lontani e la promessa di scoperte vicine.
La città di Palladio svela la sua anima
Il risveglio sa di sole e possibilità. Le biciclette scivolano leggere lungo la strada che porta verso il cuore di Vicenza. Ogni pedalata allontana la fretta e avvicina alla bellezza. La prima colazione accompagna l’arrivo tra le vie eleganti, dove Piazza dei Signori si apre come un teatro all’aperto. Le bancarelle colorano lo spazio, i passi si intrecciano tra le colonne storiche e i palazzi che raccontano il legame profondo con la Serenissima.
La Basilica Palladiana cattura lo sguardo con le sue arcate e la maestosità. Chi entra percepisce subito che qui non si è davanti a un semplice edificio. L’atmosfera richiama le antiche basiliche romane, dove si amministravano i grandi affari della vita pubblica. Dentro, il tempo si dilata e lascia spazio alla contemplazione. È possibile scegliere cosa visitare grazie a un biglietto cumulativo che apre le porte di alcuni dei luoghi simbolo della città.
Passeggiare lungo Corso Andrea Palladio è come camminare dentro un libro di architettura. I portici accarezzano le spalle, i palazzi si susseguono armoniosi, ognuno con la propria voce. Ogni angolo custodisce dettagli da scoprire. La Chiesa di Santa Corona sorprende con i suoi affreschi, il silenzio della navata, l’intensità delle opere di Bellini e Veronese. C’è qualcosa di sacro anche nell’arte.
Il Teatro Olimpico incanta con la sua scenografia teatrale permanente. L’illusione della profondità sul palco, progettata da Palladio e completata dal figlio, genera meraviglia. Le statue, la gradinata, le colonne, tutto partecipa a una sinfonia di forme e proporzioni che seduce chi guarda. Si esce con la sensazione di aver assistito a uno spettacolo fuori dal tempo.
Il percorso continua, scivolando leggero lungo una pista ciclabile che sembra disegnata per condurre alla meraviglia. Il tragitto verso Villa Almerico Capra è breve ma pieno di attesa. Ogni metro avvicina a quella che non è una semplice villa, ma un’icona architettonica. Le quattro facciate identiche, la cupola centrale, il ritmo perfetto tra spazi e simmetrie raccontano una visione. La visita guidata accompagna lo sguardo nei saloni, tra affreschi e geometrie che amplificano la bellezza.
L’esperienza diventa immersione. Ogni stanza ha un proprio respiro. Ogni dettaglio sussurra storie. La luce che filtra dalle finestre crea giochi di riflessi e profondità. C’è armonia ovunque, equilibrio tra forma e funzione, emozione e tecnica.
Il rientro verso il centro storico riporta tra le vie note, ma con occhi nuovi. Ultima tappa della giornata è Palazzo Chiericati, oggi sede della Pinacoteca Civica. I dipinti osservano chi entra, testimoni silenziosi di epoche e pensieri. Quando si esce, il cielo ha già toni morbidi. Un aperitivo in piazza chiude la giornata con la leggerezza di un sorso di Spritz, mentre le biciclette tornano a riposare accanto al camper che attende silenzioso, pronto a cullare sogni.
Marostica seduce tra mura e leggenda
La pianura veneta accoglie chi viaggia in camper con discrezione e ampi spazi. A pochi chilometri da Vicenza, le mura di Marostica si alzano come un sipario. Il punto sosta, gratuito e tranquillo, permette di godersi ogni istante. Si parcheggia vicino al centro, appena fuori le mura, in un’area dove l’ospitalità è spontanea.
Appena si mette piede sul selciato, si percepisce l’energia particolare di questa cittadina. La piazza degli scacchi si apre con il suo fascino. Non serve conoscere le regole del gioco per sentirne la potenza simbolica. Lì, ogni due anni, le pedine diventano persone, e la storia rivive in costume. Il castello inferiore veglia sulla piazza, mentre da lì parte un cammino che sale dolce verso la chiesa dei Carmini e il castello superiore.

La vista che si apre dall’alto ripaga ogni passo. Il monte Pausolino abbraccia la cittadina, e il vento porta profumi di pietra, foglie e ricordi. Scendendo, ci si lascia guidare lungo via Mazzini, tra porte antiche e scorci che sembrano usciti da un acquerello.
Trovare un posto all’aperto per pranzare diventa un piacere naturale. Il sole accompagna ogni forchettata. Il tempo si stende pigro, mentre lo sguardo si posa su scorci che sembrano fermi, come sospesi nel passato.
Bassano del Grappa e la voce del fiume
L’arrivo a Bassano del Grappa avviene senza fretta. Il camper trova subito un parcheggio, anche se l’area attrezzata è al completo. Poco importa, il centro è vicino e camminare diventa occasione per entrare in sintonia con la città.
Il Ponte degli Alpini accoglie con la sua struttura possente. Il legno scricchiola sotto i passi, il fiume Brenta scorre sotto e racconta storie di montagna, resistenza e passaggi. Il ponte è molto più di un collegamento tra due rive: è un simbolo, un cuore pulsante.

Passeggiare tra le vie strette del centro è un invito a perdersi. Le vetrine si alternano a portoni antichi, le piazze si aprono come piccole sorprese. Piazza delle Erbe conserva l’anima mercantile con la sua fontana antica. Piazza Garibaldi accoglie con la torre dell’orologio e la sua aria raccolta. Ma è Piazza Libertà che seduce con la sua eleganza, con il palazzo comunale che guarda silenzioso la vita che scorre.
Il camper ritrova posto nell’area sosta, questa volta libera. Sistemarsi, fare un po’ di spesa e rientrare nella propria casa su ruote è un rituale che calma. Dentro, il profumo della cena si mescola con quello del legno e delle esperienze vissute. Fuori, la città riposa. Dentro, tutto ha il sapore della scoperta.
Asolo e il respiro della storia
Asolo si raggiunge seguendo strade morbide, dove la campagna si distende tra colline che raccontano di vino e silenzi. Il camper trova posto accanto all’area attrezzata in via Forestuzzo, in una zona comoda e silenziosa. La breve camminata verso il centro attraversa la Porta Loreggia, che segna il confine tra il presente e una dimensione sospesa.
Subito ci si imbatte nella fontanella Zen, discreta e antica. Realizzata per i viandanti, ancora oggi offre ristoro. Il suo nome evoca spiritualità, ma è semplicemente quello della famiglia che la fece costruire. Eppure, quel gesto semplice racchiude tutta la filosofia del viaggio lento.
Proseguendo lungo via Browning si arriva in Piazza Maggiore, dove il Duomo si affaccia accanto alla fontana con il leone alato. La presenza della regina Caterina Cornaro si sente ancora forte. Il castello che porta il suo nome oggi ospita un teatro. Le sue stanze hanno visto la nobiltà, il potere, la cultura. La pietra conserva il suo ricordo.
La giornata regala anche una sorpresa musicale. La banda degli Alpini suona in occasione di una festa civile, le note si diffondono tra le case, risuonano nei vicoli. Da Piazza Maggiore parte un sentiero che sale verso la Rocca. Camminare tra gli ulivi, respirare a fondo, osservare il panorama da lassù riempie ogni senso.
Scendendo di nuovo nel centro, ci si lascia attirare dai profumi dei locali. Trovare un tavolo all’aperto, assaporare polenta e un calice di prosecco, sentire la luce ancora calda sulla pelle: tutto partecipa a un’armonia delicata.
Pochi passi ancora lungo via Canova conducono alla casa di Eleonora Duse. Lì, l’attrice cercava un rifugio definitivo, un angolo di pace che la vita le negò. Altri palazzi accompagnano il cammino: Casa Longobarda, Hotel Villa Cipriani. Le pietre raccontano, i portoni accennano storie, le finestre osservano chi passa.